Cosa c'è realmente dietro il progetto OpenID, di cui si parla tanto sul web in questi giorni?
Cosa ha di così interessante da calamitare improvvisamente l'interesse di player del calibro di Google, Yahoo, Microsoft, Sun, Verisign, AOL, MySpace, Facebook, Twitter, del.icio.us, Technorati, delle loro controllate YouTube e Flickr, ma anche di altri che si aggiungono continuamente?
Possibile che abbiano sentito tutti contemporaneamente questa forte esigenza?
Proviamo a rifletterci un po' sopra e immaginiamo lo scenario di una navigazione tipo su questi siti, così come avviene ora.
Io sono un utente che deve cercare delle informazioni sul web; mi autentico quindi sul mio account iGoogle ed accedo al motore di ricerca.
Da questo momento in avanti sono tracciato come pincopallino@gmail.com.
Trovo quello che mi interessa, ad esempio un video; il motore mi porta su YouTube.
Il video mi piace e voglio aggiungerlo ai miei preferiti: posso riusare lo stesso account iGoogle ma devo autenticarmi nuovamente.
Non contento, voglio condividerlo con alcuni miei contatti su Facebook o Twitter: devo autenticarmi nuovamente, stavolta con un nuovo account specifico per il servizio scelto, venendo tracciato come nuovo utente.
L'esempio potrebbe continuare, visto che statisticamente nell'arco della giornata saltiamo in continuazione da un servizio ad un altro e da una community ad un'altra.
Per chi analizza il comportamento degli internauti, cioè i motori di ricerca, Nielsen//NetRatings, Alexa, Doubleclick, ma anche per chi come le concessionarie di pubblicità lo sfrutterà a fini commerciali, questo comporta che:
a) il numero degli utenti autenticati è maggiore di quello reale.
b) si perde il legame tra i vari sub-comportamenti e con esso la possibilità di avere un profilo utente molto ma molto più dettagliato.
Con credenziali uniche come quelle di OpenID, invece, la mia navigazione viene semplificata e la pubblicità contestuale che mi viene proposta dovrebbe rispecchiare maggiormente le mie preferenze e le mie esigenze.
E' altrettanto vero però che verremmo "etichettati" da qualcuno in base a qualsiasi attività, anche estemporanea, anche se non volessimo (le motivazioni possono essere diverse e soggettive) e secondo criteri ignoti e non condivisibili, a meno di espedienti macchinosi e poco user-friendly (ad esempio la pulizia dei cookies e dei moduli di autenticazione).
link: http://openid.net
Questo blog è chiuso: ora mi trovi QUI.
Ciao e grazie della visita.
martedì 22 gennaio 2008
Luci ed ombre di OpenID
Pubblicato da postoditacco alle 12:35
Etichette: identità digitale, OpenID
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento