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venerdì 10 ottobre 2008

Attacco a Facebook

L'attacco in questione arriva da questo articolo pubblicato sul Foglio di Giuliano Ferrara, a seguito del quale si è creata una animata discussione sul blog di Michele Ficara Manganelli.

Curiosamente l'altro giorno facevo riflessioni simili con Emiliana, un'amica in comune con Michele.
Ho cercato di farle comprendere le potenzialità di un ambiente come Facebook, se usato ovviamente in modo proficuo anziché per creare fuffa o perdere tempo.

Personalmente sono dell'idea che, se qualcuno si mette a giocare con qualsiasi applicazione ludica su un social network, non sottrae tempo a cose ben più utili (e qui qualcuno potrebbe già obiettare che la mente umana ha bisogno anche di essere nutrita con lo svago) ma allo stesso genere di attività svolte però attraverso gli strumenti tradizionali, perché sono la conseguenza di bisogni da soddisfare, sia nel mondo analogico che in quello digitale.

Parlando anche di Internet come ambiente sfasciafamiglie, le spiegavo che attraverso Internet è possibile allacciare tantissime relazioni, ma la stessa Internet ci fornisce anche gli strumenti per gestirle correttamente (poi se qualcuno non vuole applicare né questi strumenti né le più elementari regole comportamentali, che poi non vada a lamentarsi della piattaforma che funziona male).

Le ho fatto il parallelo tra la chat (classico ambiente associato dall'immaginario collettivo al luogo dove “cuccare”) e un social network, Facebook in particolare.
Su Facebook quasi sempre ci si espone in prima persona, con tanto di nome e foto reali.
Facebook è un ambiente pubblico, dove di ogni conversazione rimangono tracce visibili a tutti quelli che fanno parte della propria cerchia di contatti, quindi eventuali scappatelle oppure spudorate menzogne verrebbero subito smascherate.

Le chat già sono diverse, in quanto pochi usano nome/cognome/foto/info personali reali; inoltre sono spesso utilizzate come canali di comunicazione one-to-one, a differenza del reticolo many-to-many di Facebook e degli altri social.
Conosco anche persone che si sono cornificate tramite Messenger (perché no, visto che certe cose accadono da quando esiste la razza umana), così come conosco fedifraghi che sono stati smascherati grazie alle tracce lasciate sul web.

Sul Foglio di Ferrara possono scrivere quello che vogliono, tanto non saranno articoli come quello che fermeranno l'evoluzione dei media digitali.
In Italia il diritto di espressione non lo si nega nemmeno a chi dice fesserie o fa disinformazione, perché è il prezzo da pagare se si desidera una società democratica; dispiace invece vedere quale cattivo utilizzo facciano i nostri soldi (già, nostri e di tutti quelli che, attraverso le tasse, contribuiscono a versare i finanziamenti previsti dalla legge sull'editoria).

martedì 19 agosto 2008

Utenti fake su Facebook



E vabbè, dopo Concetta Mobili ci si mette pure Lollita Hyun?
Perché mi ha aggiunto tra gli amici?

Leggo sul profilo:

Nome: Lollita Hyun
Questo nome non mi è nuovo: ci siamo forse già incontrati a Osaka? Intrigante il nome Lollita...

Sesso: Donna
Si, si......come no.....

Data di nascita: 21 marzo 1969
Sempre più intrigante.....

Situazione sentimentale: È complicato
Vorrei ben vedere, sarà un personaggio di fantasia (e l'avatar rafforza il sospetto)

Contatti: 1.625
Cosa?!? Ha più amici lei che elettori tanti politici.
Quasi quanto Zamperini (1.167 contatti) e Affaritaliani.it (555 contatti) messi insieme, molti di più se consideriamo che questi ultimi hanno tanti contatti in comune.

Guardiamo un po' chi c'è tra questi: questo lo conosco, questo pure, questo no, ah c'è anche..., ma nooo addirittura.....non ci posso credere!!

Praticamente mancano solo l'uomo ragno e Babbo Natale, poi ci sono tutti!
Cos'è questa mania degli utenti fake?
Un gioco per vedere quanti ci cascano?
Un esperimento sociologico o di marketing per vedere fino a quanto si può allargare questa cerchia di contatti?

I dubbi che avevo già espresso per Concetta Mobili rimangono.
Qualcuno mi vuole spiegare, cortesemente?
Nell'attesa, propongo di cambiare il nome in FAKEbook.

venerdì 15 agosto 2008

Facebook sorpassa MySpace




Ora Facebook ha più visitatori di MySpace e diventa così il social network n° 1 nel mondo: lo dice la rilevazione dei dati di giugno (dati certificati, e noi sappiamo benissimo quanto possa essere piccolo il margine di errore nelle misurazioni on-line).
Infatti Facebook ha avuto 132 milioni di accessi di visitatori "unici" (calcolati tenendo conto dei cookies e dei panel), contro i 117 milioni di MySpace, in un momento dove i social network continuano a volare (+ 25% negli ultimi 12 mesi e 580 milioni di pagine complessive).

La crescita di Facebook nel 2008 è stata favorita da diversi fattori, tra cui l'internazionalizzazione dell'interfaccia per le nazioni di lingua non anglofona.
Ricordo che quando mi ero iscritto a Facebook l'anno scorso avevo inserito i dati del mio profilo in inglese, coerentemente con l'interfaccia, ma mi sa che un giorno di questi tradurrò tutto in italiano (sai che fatica ....).
Secondo me nei prossimi mesi assisteremo ad un'ulteriore crescita di Facebook grazie al fatto che all'inizio di agosto è stata rilasciata una nuova interfaccia, tant'è vero che il nuovo indirizzo è http://www.new.facebook.com.

La nuova interfaccia risulta più pulita, avendo adottato una navigazione a schede: non avremo più quindi la nostra pagina principale affollata di applicazioni e quant'altro.

Sarò schietto: a me MySpace non piace e non mi ha mai appassionato, tant'è che lo spazio che mi ero creato 1 anno fa è vuoto come il deserto dei tartari.
Sarà che la pubblicità risulta decisamente più invasiva (ancora un po' te la ritrovi all'interno dei post), sarà che è una piattaforma piuttosto chiusa (mentre Facebook può essere personalizzato con un vasto catalogo di applicazioni sviluppato da terze parti), sarà che è troppo generalista, sta di fatto che proprio non mi piace.

In fondo MySpace non è altro che uno spazio web che tenta di assomigliare ad un social network, però:
- come piattaforma di blogging c'è di meglio (Blogger, Wordpress, ecc.),
- non è una piattaforma di microblogging (vedi Twitter).
- come piattaforma di condivisione di contenuti multimediali non è al livello di altre specifiche per immagini o video (Flickr e Zoomr per le immagini, YouTube, Metacafe e Yahoo! Video per i video, SciVee per i video scientifici, sono alcuni esempi).
- come piattaforma per la condivisione di musica lascia a desiderare se paragonata ad esempio a Last.fm, iTunes o Amazon
- consente di importare i contatti da vari account di posta (Gmail, Yahoo!, Libero, Tiscali, Hotmail e AOL) ma non da altri social network (due esempi su tutti: Twitter, Meemi).
- non è una piattaforma per allacciare contatti professionali (tipo LinkedIn, Spock, Xing, Orkut, Naymz e Wink).
- non consente di seguire feed provenienti da altre piattaforme (tipo Bloglines, Dixero)
- non è un aggregatore di feed provenienti da altre piattaforme (tipo FriendFeed, Netvibes, Plaxo, Yoono, Iminta, Profilactic...ecc.)
- non è IPTV (vedi ad es. il canale Yalp di Alice, Yahoo! Live, Joost, Babelgum, Mogulus)
- non consente di pubblicare/condividere presentazioni (es. Slideshare e Slide)
- non è una piattaforma di dating, cioè di incontri (anche se volendo potrebbe esserlo), come invece Meetic o Zoosk
- non è una piattaforma di condivisione di bookmarks (es. del.icio.us)
- non è una directory (tipo invece Technorati)
- non è una piattaforma per giochi online (es. Zango)
- non è una piattaforma wiki (il paragone con Wikipedia sarebbe imbarazzante per chiunque, anche per Google)
- non è una piattaforma per segnalare e votare post/notizie pubblicate sul web (Digg, Wikio, Segnalo, OKnotizie)
- non è uno spazio web puro dove parcheggiare e/o condividere files di qualsiasi tipo (vedi Windows Live)
- meno che meno è una piattaforma di ricerca ed organizzazione del buzz in rete (tipo MyBlogLog e coComment)

In compenso MySpace:
- integra diversi strumenti per effettuare una discreta personalizzazione dell'interfaccia
- ha un forum, un canale musicale e un canale TV.
- ha un sistema di messaggistica istantanea che si appoggia su Skype, Tim o Vodafone

Insomma, MySpace mi sembra "quasi " un social network 1 punto 5, anzichè duepuntozzero, che fa un po' di tutto senza eccellere in niente.
Sembra ritagliato per un target di utenza molto giovane, che usa regolarmente il telefono cellulare, la posta elettronica, e l'instant messaging: infatti ci sono diverse sezioni specifiche per chi frequenta scuole o università.

This is my opinion.

martedì 12 agosto 2008

Concetta ti ha aggiunto ai suoi amici su Facebook

Se ti sei registrato a Facebook, è probabile che prima o poi ti arrivi il messaggio "Concetta ti ha aggiunto ai suoi amici su Facebook".

Concetta Mobili, all'anagrafe Concetta Di Palma, era il nome con cui era conosciuta una televenditrice di Caserta, deceduta nel 2005 e nota anche per varie apparizioni televisive sulle reti nazionali (Maurizio Costanzo Show, Gialappa's, ecc.).

Come è possibile quindi che dia segni di vita? Chi si cela dietro questo pseudonimo su Facebook?

Furto di identità (su Facebook non sarebbe la prima volta...)? I familiari di Concetta? Un buontempone che ha realizzato un plateale fake?
Dice di sè nel suo profilo:
- cerco una relazione in rete, amo Mario Merola, ho un'attività di vendita di mobili in massello
- Programmi preferiti: televendite e i programmi musicalo di saluto ai carcerati, che chi hi fa nà rapina ù voglio bene, ci rong nù bacione perché o' fà pe ghì a mangià i figli.
- Film preferiti: 'o zappatore
- Libri: non tengo tempo per chistu

E' un fenomeno che va studiato attentamente, visto che questo utente di Facebook è riuscito a linkarsi con 643 altri utenti dello stesso social network, numero in quotidiana ascesa.
E' un'operazione di marketing? Un esperimento tipo quello degli n livelli di separazione?
Noto nell'elenco degli amici parecchi nomi noti nell'ambito della Blogosfera e anche qualcuno noto "a prescindere" (vedi Giorgio Faletti).
Mah, qui gatta cicoria, pardon ci cova.....

lunedì 4 agosto 2008

Il successo arriva da YouTube

Qualcuno conosce gli "OK Go"? Su YouTube impazzano già da parecchio i clip musicali di questo gruppo statunitense formatosi qualche anno fa.
Il loro genere è una specie di indie-punk-rock, ma il punto è un altro.
Hanno avuto un buon successo già qualche anno fa, che si è amplificato a dismisura grazie ai videoclip autoprodotti dei loro pezzi pubblicati su YouTube e visti da milioni di persone nel mondo.
Già il loro primo brano è stato premonitore, in quanto si intitolava "A million ways" e da solo è stato visualizzato alcuni milioni di volte: la cosa più incredibile è che a loro è costato solo la sciocchezza di 10 dollari (ripresa fatta con videocamera privata nel giardino di casa)!!
Le loro esibizioni sono caratterizzate da coreografie geniali e spiritose, che in questo caso sono state fondamentali per raggiungere il successo.
Il buzz della rete ha poi fatto il resto.
Ecco una raccolta delle loro clip:


Oggi ho spulciato su YouTube per vedere che fine avessero fatto: ho così scoperto che i loro video si sono moltiplicati, e addirittura sono on-line anche innumerevoli video di imitatori e concorsi per premiare quelli più bravi, tipo questi:


Attualmente la band è impegnata in un tour mondiale.

martedì 3 giugno 2008

Social network e advertising vanno d'accordo?

Fino a ieri ero convinto che i social network fossero un ambiente in cui intrecciare relazioni con altre persone e in cui interferenze esterne tipo lo spam e la pubblicità non fanno altro che infastidire.
In certi casi addirittura il banner (o un particolare formato di ads) può essere fonte di cattiva pubblicità per il brand.
Poi ho visto questi dati relativi agli investimenti dell'advertising in UK sui social network e qualche dubbio mi è venuto, anche perché insieme al'Olanda, il Regno Unito é il paese europeo dove la penetrazione del web advertising è maggiore.
Nel 2008 dovrebbe raggiungere il 77% (225 mld di dollari), ma è previsto che nel 2012 gli investimenti saliranno a 533 milioni di dollari, ben il 148% in più rispetto il 2008.

Ok, i social network sono i ritrovi virtuali in cui le persone spontaneamente si aggregano e comunicano, quindi l'opportunità di inserirsi in questi dialoghi è forte, è quasi un dovere provarci da parte di chi ci vede un'enorme amplificatore del proprio business.
Mi viene in mente però il paragone con chi alla domenica mattina suona al campanello di casa nostra per venderci aspirapolveri, enciclopedie o per purificare il nostro spirito: tempo 2 secondi, attraverso un giro di parole per non offendere l'altrui sensibilità, viene cortesemente invitato ad allontanarsi a distanza di sicurezza.
Perché quindi questo trend positivo? Se tanto mi da tanto, di qui a poco potrebbe capitare lo stesso anche in Italia.
Forse gli advertisers hanno trovato la ricetta giusta per entrare in punta di piedi nei social network senza farsi sbattere fuori?

giovedì 6 marzo 2008

3D experience con WOWvx



WOWvx
è una comunità che mette a contatto creatori di filmati 3D, produttori, fornitori di strumenti e servizi 3D, system integrators e produttori di apparecchiature che supportano la tecnologia WOWvx per uso sia professionale che domestico.

Basato su soluzioni 3D Philips, questa comunità intende sviluppare e promuovere un formato 3D universalmente compatibile.
I contenuti e la documentazione sono pubblicati sul sito e liberamente scaricabili.
Ecco invece un video dimostrativo di questa tecnologia.


link: http://www.wowvx.com/

domenica 2 marzo 2008

La piattaforma video di Yahoo! Live


Y! Live è un servizio sperimentale lanciato da Yahoo! il 6 febbraio.

Consente ad ognuno di crearsi la propria "video experience" tramite la visione di video live, la creazione di propri video, servizi di broadcasting e webcasting; fornisce inoltre un set di API per estenderne i campi di utilizzo.

Questo annuncio capita proprio mentre Microsoft ha lanciato l'OPA su Yahoo! e poco prima che la piattaforma Stage6 di DivX annuncia la chiusura dei battenti.

Ciò che distingue Y! Live da piattaforme come MySpace e YouTube è principalmente la componente LIVE dei contenuti.

link: sito ufficiale, Blog di Y! Live

Anche la Chiesa Cattolica diventa 2.0

Vi segnalo il canale di YouTube riservato alla Chiesa di Milano.
E' un esperimento di (consentitemi il termine) "Chiesa 2.0" dove il cardinale Tettamanzi, arcivescovo di Milano, utilizza la piattaforma di videosharing per condividere con i fedeli le catechesi quaresimali.

Inoltre ogni venerdi alle 13 verrà pubblicato un video del cardinale in cui risponderà ai quesiti pervenutigli dai giovani milanesi all'indirizzo catechesi@chiesadimilano.it.

Stando ai primi dati, l'esperimento ha avuto esito positivo, con oltre 16mila persone connesse in occasione del primo appuntamento; l'esperimento prosegue quindi fino a Pasqua.

Impressioni sul canale
Lo sfondo purpureo non è molto riposante per la vista, ma risulta adeguato ai contenuti che richiama.
L'impaginazione è elementare: per il resto ci sono più o meno tutte le funzionalità di ricerca, riproduzione, condivisione e commento dei video pubblicati.

Ulteriori sviluppi sul tema
A mio avviso è un esperimento che vale la pena di portare avanti, per tutta una serie di motivi.

Anzitutto è un segno da parte della Chiesa Cattolica di apertura verso la cultura del giorni nostri (già, ormai non si tratta più solo di tecnologia ma di relazioni sociali), parlando la lingua che ormai non appartiene solo ai giovani ma a tutti quelli che utilizzano le nuove tecnologie per relazionarsi.

Poi significa allargare la base di persone a cui ci si rivolge, grazie alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

Infine significa sviluppare ulteriormente questi concetti per arrivare gradualmente a progetti ancora più innovativi.
In quest'ultimo punto mi riferisco in particolare alla Messa in streaming live (la tv live è un ambito in cui diverse aziende sono già presenti e in cui la stessa YouTube ha intenzione di recitare un ruolo di primissimo piano), alla raccolta di offerte via web per la singola cerimonia (tramite i sistemi di pagamento già utilizzati per le transazioni di e-commerce), alla creazione di una community partecipativa.
Non voglio sembrare blasfemo, ma le potenzialità del coinvolgimento diretto e tempestivo di una community tramite gli strumenti tipici del web 2.0 sono notevoli.
Pensiamo anche alla facilità di comunicazione di eventi, richiesta di aiuti verso i più deboli (non necessariamente in denaro ma anche sotto altre forme).
Secondo me ci arriveremo, lentamente e con molta cautela ma ci arriveremo.



link: http://it.youtube.com/user/itleditore

martedì 26 febbraio 2008

DivX chiude Stage6

Oggi ho ricevuto una email dallo staff di DivX.com, che riporto di seguito.
In pratica mi informano (in quanto utente registrato) che dal 28 febbraio il loro servizio Stage6 cesserà definitivamente.
Di fatto gli upload sono già stati bloccati e fino alla data sopra indicata saranno consentiti solo la visualizzazione e i download.

Giustamente fanno notare come ultimamente ci sia stato il boom di questo ed altri siti che pubblicano video, anche ad alta definizione, e che questo ha richiesto da parte loro di focalizzare le risorse sui principali obiettivi di business, quali il consentire l'acccesso a video ad alta qualità su qualsiasi tipo di dispositivo.

Sarà, ma come spiegazione non mi convince troppo....
Chiudono un servizio perchè va troppo bene e richiede troppe risorse per la gestione?
Un servizio destinato ai creatori di video e a chi voleva godere di una "video experience", ma che nemmeno tanto velatamente intendeva fare concorrenza a piattaforme come YouTube?

Secondo me invece non sono stati in grado di monetizzarlo a dovere.
Probabilmente era lecito da parte loro tentare, ma i mezzi non erano certamente quelli della concorrenza.
IMHO, a sfavore di Stage6 ha giocato il fatto che i contenuti si basano su un formato proprietario (a differenza delle altre piattaforme di video sharing) e che DivX.com di gratuito fornisce solo il lettore di questo formato (il software per la creazione è a pagamento).
Forse con una strategia di marketing che avesse favorito la creazione e la diffusione del formato Divx, chissà....forse in questo momento starei scrivendo un altro post.

E' un dato di fatto che questo formato abbia avuto i suoi momenti di gloria PRIMA che i masterizzatori di DVD (e relativi software di masterizzazione) si diffondessero tra l'utenza di massa.
Oggi non so quanto abbia ancora senso creare video in un formato nato per comprimere video e audio (con relativa perdita di qualità).
Che il DivX sia al tramonto?




I'm Tom (aka Spinner), a Stage6 user and an employee of DivX, Inc., the company behind the service. I'm writing this message today to inform you that we plan to shut down Stage6 on February 28, 2008. Upload functionality has already been turned off, and you'll be able to view and download videos until Thursday.

I know this news will come as a shock and disappointment to many Stage6 users, and I'd like to take a few moments to explain the reasons behind our decision.

We created Stage6 with the mission of empowering content creators and viewers to discover a new kind of video experience. Stage6 began as an experiment, and we always knew there was a chance that it might not succeed.

In many ways, though, the service did succeed, beyond even our own initial expectations. Stage6 became very popular very quickly. We helped gain exposure for some talented filmmakers who brought great videos to the attention of an engaged community. We helped prove that it's possible to distribute true high definition video on the Internet. And we helped broaden the Internet video experience by offering content that is compatible with DVD players, mobile devices and other products beyond the PC.

So why are we shutting the service down? Well, the short answer is that the continued operation of Stage6 is a very expensive enterprise that requires an enormous amount of attention and resources that we are not in a position to continue to provide. There are a lot of other details involved, but at the end of the day it's really as simple as that.

Now, why didn't we think of that before we decided to create Stage6 in the first place, you may ask? That's a good question. When we first created Stage6, there was a clear need for a service that would offer a true high-quality video experience online because other video destinations on the Internet simply weren't providing that to users. A gap existed, and Stage6 arrived to fill it.

As Stage6 grew quickly and dramatically (accompanied by an explosion of other sites delivering high-quality video), it became clear that operating the service as a part of the larger DivX business no longer made sense. We couldn't continue to run Stage6 and focus on our broader strategy to make it possible for anyone to enjoy high-quality video on any device. So, in July of last year we announced that we were kicking off an effort to explore strategic alternatives for Stage6, which is a fancy way of saying we decided we would either have to sell it, spin it out into a private company or shut it down.

I won't (and can't, really) go into too much detail on those first two options other than to say that we tried really hard to find a way to keep Stage6 alive, either as its own private entity or by selling it to another company. Ultimately neither of those two scenarios was possible, and we made the hard decision to turn the lights off and cease operation of the service.

So that's where we are today. After February 28, Stage6 will cease to exist as an online destination. But the larger DivX universe will continue to thrive. Every day new DivX Certified devices arrive on the market making it easy to move video beyond the PC. Products powered by DivX Connected, our new initiative that lets users stream video, photos, music and Internet services from the PC to the TV, are hitting retail outlets. We remain committed to empowering content creators to deliver high-quality video to a wide audience, and we'll continue to offer services that will make it easy to find videos online in the DivX format.

It's been a wild ride, and none of it would have been possible without the support of our users. Thank you for making Stage6 everything that it was.

--Tom



link: http://www.stage6.com/, http://www.divx.com/

venerdì 22 febbraio 2008

Condividere grossi contenuti con Pando

Pando è un'applicazione P2P che ha già coinvolto 17 milioni di persone nel mondo, grazie alla possibilità di scaricare grossi file multimediali, di pubblicarli sul web o di condividerli (dettagli di funzionamento).

La condivisione dei file avviene tramite account di posta o IM (Gmail, Hotmail, Yahoo mail, AOL mail, Skype, Yahoo messenger e MS Outlook) e gli allegati possono arrivare fino a 3 Gb, criptati ed eventualmente protetti da password.

Consente l'accesso a svariati canali tematici (purtroppo tutti in lingua americana), tra cui ESPN, CNN, Discovery channel, MTV, National geographics, NBA ma anche tanti altri di nicchia che non troverebbero spazio (e licenze) nella tv tradizionale: su questi è possibile attivare il download automatico dei nuovi contenuti pubblicati.

Permette di pubblicare i contenuti multimediali sulle piattaforme più diffuse: Blogger, Wordpress, MySpace, Facebook, Typepad, Xanga, LiveJournal, podcast o RSS.
Il visitatore che fosse interessato a quel contenuto e che non ha ancora installato Pando, verrà indirizzato automaticamente all'area di download dello stesso.

Per fare tutto ciò, Pando si basa su un concetto innovativo: per inviare i files basta specificare l'indirizzo e-mail del destinatario, che riceverà un piccolo allegato con estensione ".pando" con i riferimenti dei file da scaricare.
Contemporaneamente il file viene parcheggiato sui server di Pando (fino a 14 giorni, a seconda del tipo di abbonamento e di contenuto) per un download differito nel caso in cui il destinatario sia offline, ma in questo caso i tempi di scambio si allungano in quanto non verrebbero sfruttate le potenzialità del sistema BitTorrent.
Analogamente avviene usando un'applicazione di IM anzichè la posta.

L'installazione mette a disposizione sia un'interfaccia che una pratica toolbar.
Dall'interfaccia di Pando si può visualizzare ciò che si ha inviato o ricevuto.

I campi di utilizzo sono molteplici, dallo scambio rapido e sicuro di informazioni con i propri collaboratori, al podcast, allo scambio di contenuti multimediali lossless (ovvero senza perdita di qualità).
All'offerta consumer, Pando ne affianca altre interessanti pensate appositamente per le aziende:
- Pando Publisher, sistema di content management
- Pando Media Booster, per streaming di video HD full screen
- Pando Deployment Kit
C'è anche la possibilità di inserire ads in qualsiasi punto del video e di monitorarne le statistiche ed accessi, anche da dispositivi mobili tipo iPod.
Non contiene spyware, adware nè virus.
Le versioni sono 4, di cui una free: quelle a pagamento gestiscono fino a 3 Gb di dati contro 1 Gb, non contengono pubblicità, sono fino a 5 volte più veloci nel trasferimento dei dati, consentono di proteggere i dati con password, conservano i dati sul server per un periodo massimo di tempo doppio.
Al momento è disponibile per Windows Vista, XP, 2000 (SP4) e Mac OS X.

link: http://www.pando.com

giovedì 21 febbraio 2008

La TV live su Internet passa anche dal peer-to-peer



Joost è una piattaforma per la distribuzione in streaming di contenuti audio/video tramite peer-to-peer.

L'innovazione sta nel fatto che la capacità di elaborazione dei contenuti multimediali solitamente richiede risorse hardware robuste, mentre col p2p l'elaborazione avviene in modalità distribuita su vari client che condividono gli stessi dati.


Usato fino ad oggi principalmente per lo scambio di file (file sharing), ora le frontiere del p2p si allargano, esplorando nuovi territori.

Dietro il progetto Joost ci sono gli stessi autori di kazaa e Skype, due popolari applicazioni del p2p (la seconda è pensata per la telefonia via web), che mirano a rendere fruibile la televisione a larga banda sul web.

L'ostacolo da superare è costituito dalla capacità dell'attuale infrastruttura di rete pubblica di supportare adeguatamente lo scambio dei dati all'aumentare del numero dei client collegati, con conseguente rischio di saturazione della banda e congestione della rete.

A differenza delle tradizionali soluzioni di p2p, Joost organizza lo scambio dei dati in modo che i contenuti (ad es. un programma televisivo) possano essere fruiti dall'inizio alla fine senza attendere la disponibilità preventiva di tutte le sue parti, attivando la ricezione di quelli necessari in un dato momento.

Questi requisiti sono essenziali per la fruizione di contenuti on demand (cioè a richiesta), mentre evoluzioni del progetto potrebbero supportare anche un uso live (in diretta).

C'è anche la componente sociale di questo servizio: una volta connessi, è possibile:

  1. selezionare il canale desiderato (tra le migliaia disponibili) e fruire dei contenuti audio/video trasmessi
  2. collegarsi tramite instant messaging agli altri utenti sintonizzati sullo stesso canale
  3. invitare amici
  4. votare i contenuti
  5. costruire il proprio palinsesto
  6. condividere i propri canali di ascolto
  7. accedere ad una piattaforma blog

Nel frattempo ha firmato un accordo con la Warner Bros ed uno con la Aardman Animation, ma soprattutto si è accordata con Viacom per la distribuzione dei contenuti di Mtv e Paramount Pictures.

link: sito ufficiale , Joost Italia

martedì 19 febbraio 2008

Restyling per Wikipedia

Qualcuno di voi ha notato la nuova veste grafica di Wikipedia, più web 2.0-style?


domenica 17 febbraio 2008

Scaricare musica gratis e legalmente

Da oggi è possibile scaricare musica GRATIS ed in modo assolutamente legale!
No, non sono impazzito: basta registrarsi sul sito Downlovers.it, selezionare e scaricare i brani desiderati, a patto di accettare 30 secondi di pubblicità.
Infatti le aziende inserzioniste finanziano l'iniziativa pubblicizzando il proprio brand all'interno del portale sotto forma di spot e banner.
Il catalogo comprende 50 mila brani di musica italiana ed internazionale, compresi gli ultimi successi.

Questo modello di business sta in piedi in quanto Downlovers poi riconosce le royalties alle case discografiche.

Anche se era abbastanza ovvio che prima o poi si sarebbe arrivati ad una soluzione del genere, va rilevato che questo è il primo caso del genere in Europa, e guarda caso ha visto la luce proprio in Italia (dove la pirateria musicale ha raggiunto i livelli più alti dell'Europa occidentale).

Resta da verificare se la comunità è disposta ad accettare questo sistema invasivo di advertising. Occorre ricordare che la stessa Google si è mossa con i piedi di piombo nella sperimentazione della pubblicità legata ai video di YouTube, per non fare scappare la community e rovinare così la propria gallina dalle uova d'oro.

Se invece prenderà piede, potrebbe ridursi drasticamente lo scambio illegale di brani on-line (via peer-to-peer).
Diverso invece è il discorso per lo scambio "off-line", del tipo "prendo un cd musicale, ne masterizzo una copia e via!", più difficile da eliminare.

Al momento gli utenti registrati sono 75 mila.

link: http://www.downlovers.it/

mercoledì 13 febbraio 2008

La web tv può essere sia User Generated che live


Mogulus è una piattaforma per la pubblicazione e condivisione di video che va molto oltre i servizi finora offerti da YouTube o MySpace.
Non si tratta infatti di semplice pubblicazione online di filmati già girati, ma della possibilità di attivare un vero e proprio canale di web-tv live.
E' un raro esempio di realizzazione di IPTV che non sia la solita trasposizione web della tv tradizionale ma che si basi su paradigmi in puro stile web 2.0: abbiamo i contenuti User Generated, la community, i palinsesti personalizzati, il tutto in tempo reale.
Chiunque con una piattaforma del genere può quindi crearsi la propria televisione.

venerdì 8 febbraio 2008

Web 2.0, il viaggio

sabato 26 gennaio 2008

La nuova Lancia Delta comincia da Second Life

Il gruppo FIAT presenta la Nuova Lancia Delta su Second Life.
Quindi niente eventi fastosi tipo quello organizzato per il lancio della nuova FIAT 500, ma si punta su una campagna innovativa.

Chi scalpita per provare questa autovettura dal concessionario dovrà aspettare il lancio effettivo, previsto a marzo in occasione del salone di Ginevra; intanto però proprio su Second Life può osservarla da tutte le angolazioni, studiarne le caratteristiche tecniche, osservarne il design, configurarsela secondo i propri gusti.
Tutte informazioni preziose per gli uomini del marketing del gruppo FIAT: già con la Nuova 500 era stata enfatizzata l'alta possibilità di personalizzazione del modello.

Una scelta innovativa e, se vogliamo, anche coraggiosa, che cade in un momento in cui Second Life vive un periodo di flessione e di riflessione (leggi questo post al riguardo) ma comunque indice della voglia della casa automobilistica italiana di rilanciare un modello che mancava da troppo tempo nella gamma dello casa con lo scudo.

Un tempo il marchio Lancia rappresentava il fiore all'occhiello del gruppo FIAT per quanto riguarda le vetture di serie, con un'impostazione classica, elegante, uno stile anglosassone (i meno giovani ricorderanno senz'altro le prime Lancia dotate di guida a destra) che però non rinuncia al piacere di guida.

Da sempre le Lancia di gamma alta sono considerate auto da rappresentanza, mentre negli anni '80 la Delta faceva incetta di trofei nei rally con le varie versioni a trazione integrale.
I successi sportivi promuovevano l'immagine e il blasone del marchio; contemporaneamente facevano da traino alle vendite del modello Delta.

Faceva seguito una sfortunatissima seconda versione della Delta, oggettivamente brutta, che non riscontrò i favori del pubblico e che ne determinò l'uscita definitiva dal mercato, lasciando così sguarnita la gamma Lancia nello strategico segmento "C".

In Casa Lancia hanno fatto le cose in grande per la presentazione della Delta su Second Life: un'isola virtuale a forma d'Italia, maxischermi, musica pop, belle donne, manager, giornalisti (ovviamente tutti sotto forma di avatar).
Non dimentichiamo infatti il profilo degli utenti a cui strizza l'occhio questo modello: prevalentemente uomini (a differenza della Ypsilon gradita alle donne), età dai 20 ai 45 anni, esigenti, distinti, a cui piace distinguersi ma senza eccedere.

L'impianto di illuminazione della Nuova Delta sarà composto da 108 led e 4 fari bixenon sia sui fanali posteriori che anteriori. "Il tutto controllato da un dispositivo elettronico capace di gestire in modo intelligente il passaggio dalle luci diurne a quelle di posizione e modificare il fascio luminoso in curva", come riportato in un cartellone virtuale.

Molto curata invece la grafica dello showroom Lancia, dove campeggiano gli altri modelli del marchio, giudicata ai massimi livelli rispetto agli standard di SL.
E' possibile persino provare le vetture sulla pista ispirata al mitico circuito sul tetto del Lingotto.

Agli appassionati di motori, a chi è attratto dalle novità digitali, ai più curiosi, non resta che crearsi un avatar su Second Life per assaggiare tutte queste novità.
E magari approfittarne per incontrare l'avatar di Carla Bruni, chissà!

Il prossimo appuntamento è fissato per il 31 gennaio: basterà collegarsi all'indirizzo web www.thedeltaproject.eu (al momento non ancora attivo) per scoprire le altre novità.
Da notare che come dominio di primo livello per il sito promozionale è stato utilizzato .eu, a voler rimarcare le ambizioni di portata continentale di questa nuova vettura.

link: http://www.thedeltaproject.eu

Second Life all'esame di maturità

Ultimamente l'interesse generale per quel fenomeno di costume chiamato Second Life si è un po' sgonfiato. E' un dato di fatto che, dopo l'iniziale curiosità che ha spinto molte persone ad iscriversi a Second Life e a crearsi una vita parallela (ovviamente virtuale), la crescita di questa comunità digitale ha subito un rallentamento.

Rimane ugualmente un fenomeno importante che va seguito attentamente, visto che in un modo o nell'altro ad oggi ben 12 milioni di persone hanno creato il loro avatar su Second Life.
Sembra un rallentamento fisiologico dovuto più che altro all'ingresso nella fase di maturità di un progetto che deve rinnovarsi, promuoversi sia nei confronti delle singole persone che anche delle aziende che vi investono capitali.
Dopo essere riuscita a "catturare" un numero enorme di utenti, ora Second Life deve riuscire a coinvolgerli per evitare che si stufino e lo abbandonino.

Se osserviamo infatti in homepage il contatore degli utenti connessi in un dato istante, vediamo che, in tutto il mondo, ce ne sono mediamente 40-50 mila (esclusi i momenti in concomitanza con eventi di rilievo); pochini rispetto al numero di iscritti, pardon "abitanti".
Engagement è la nuova parola d'ordine; se un iscritto trova poche persone con cui relazionarsi prima o poi abbandona.
Se la sua cerchia di contatti non lo trova più on-line, anch'essa è destinata a sfaldarsi.
Se le aziende non trovano un numero di avatar adeguato, difficilmente continuano ad investire capitali in questo progetto.

Fanno eccezione quelle aziende come Nike che scelgono di essere presenti su Second Life non tanto per aumentare le proprie vendite sul canale digitale, bensì per fornire ai visitatori un'esperienza e un coinvolgimento, per fare branding insomma.
Non è da trascurare poi il feedback acquisibile dal contatto diretto con chi partecipa a queste esperienze, spesso prezioso per definire le linee commerciali (anticipando ad esempio i gusti e le prime impressioni dei potenziali consumatori prima del lancio effettivo di un prodotto sul mercato).
Ecco infine un video che spiega il mondo di Second Life.




link: Second Life

martedì 22 gennaio 2008

Luci ed ombre di OpenID

Cosa c'è realmente dietro il progetto OpenID, di cui si parla tanto sul web in questi giorni?
Cosa ha di così interessante da calamitare improvvisamente l'interesse di player del calibro di Google, Yahoo, Microsoft, Sun, Verisign, AOL, MySpace, Facebook, Twitter, del.icio.us, Technorati, delle loro controllate YouTube e Flickr, ma anche di altri che si aggiungono continuamente?
Possibile che abbiano sentito tutti contemporaneamente questa forte esigenza?

Proviamo a rifletterci un po' sopra e immaginiamo lo scenario di una navigazione tipo su questi siti, così come avviene ora.
Io sono un utente che deve cercare delle informazioni sul web; mi autentico quindi sul mio account iGoogle ed accedo al motore di ricerca.
Da questo momento in avanti sono tracciato come pincopallino@gmail.com.
Trovo quello che mi interessa, ad esempio un video; il motore mi porta su YouTube.
Il video mi piace e voglio aggiungerlo ai miei preferiti: posso riusare lo stesso account iGoogle ma devo autenticarmi nuovamente.
Non contento, voglio condividerlo con alcuni miei contatti su Facebook o Twitter: devo autenticarmi nuovamente, stavolta con un nuovo account specifico per il servizio scelto, venendo tracciato come nuovo utente.

L'esempio potrebbe continuare, visto che statisticamente nell'arco della giornata saltiamo in continuazione da un servizio ad un altro e da una community ad un'altra.

Per chi analizza il comportamento degli internauti, cioè i motori di ricerca, Nielsen//NetRatings, Alexa, Doubleclick, ma anche per chi come le concessionarie di pubblicità lo sfrutterà a fini commerciali, questo comporta che:
a) il numero degli utenti autenticati è maggiore di quello reale.
b) si perde il legame tra i vari sub-comportamenti e con esso la possibilità di avere un profilo utente molto ma molto più dettagliato.

Con credenziali uniche come quelle di OpenID, invece, la mia navigazione viene semplificata e la pubblicità contestuale che mi viene proposta dovrebbe rispecchiare maggiormente le mie preferenze e le mie esigenze.

E' altrettanto vero però che verremmo "etichettati" da qualcuno in base a qualsiasi attività, anche estemporanea, anche se non volessimo (le motivazioni possono essere diverse e soggettive) e secondo criteri ignoti e non condivisibili, a meno di espedienti macchinosi e poco user-friendly (ad esempio la pulizia dei cookies e dei moduli di autenticazione).

link: http://openid.net

venerdì 18 gennaio 2008

Anche Yahoo aderisce a OpenID

Dal 30 di gennaio anche i dati di autenticazione di Yahoo! saranno compatibili con la tecnologia OpenID.
Pertanto, effettuando una sola autenticazione sicura su Yahoo! o su un qualunque sito compatibile OpenID, si potrà fidare su un'unica dichiarazione dell'identità dell'utente, impiegabile su tutti gli altri siti.

In realtà Yahoo aveva già intrapreso indirettamente questa strada, tramite la controllata Flickr; evidentemente Cosa molto importante, la sicurezza dei dati di login immagazzinati sarà garantita dal protocollo SSL.

link: http://openid.yahoo.com

venerdì 11 gennaio 2008

L'identità digitale unica

Uno dei crucci di chi possiede diverse identità per accedere alle varie comunità virtuali che popolano attualmente il web è senz'altro quello di dover ricordare tutte le varie credenziali di accesso (cioé utenza e password, email).
Una volta era sufficiente memorizzare utenza e password della posta elettronica, ora con i vari iGoogle, YouTube, Flickr, MySpace, Facebook, Twitter, del.icio.us, Technorati, ecc. è diventato un'impresa, anche perchè spesso capita di non riuscire a riusare un nostro account per la registrazione su un altro servizio in quanto già utilizzato da qualcun altro.

Ecco allora che corre in nostro aiuto Open Id, un sistema di autenticazione che consente di loggarsi a tutti i siti che lo supportano con i medesimi dati di login. Al momento questa tecnica viene supportata da AOL, LiveJournal, Microsoft, Technorati, Wikipedia e Wordpress, ma a breve si aggiungeranno Google, IBM, Verisign, Microsoft e Flickr.
A dire il vero Google utilizza già Open Id per gestire la navigazione all'interno di alcuni suoi prodotti (ad esempio tra iGoogle e Blogger), mentre Microsoft a suo tempo aveva lanciato il sistema Passport.

link: http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2155653

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